La Giustizia

L’attenzione della società e dei mezzi di comunicazione è sempre rivolta ai fatti che rivestono rilievo penale.

Quando incontro gli alunni nelle scuole, ad esempio, mi chiedono quali pene abbia inflitto, quale sia stata la più severa.

Hanno in mente il Giudice che punisce.

È fondamentale invece che si rilanci ad ogni livello l’importanza della Giustizia civile, perché è questa che indica i criteri della buona e giusta convivenza. È la giustizia civile che viene prima, perché, assicurando la tutela effettiva dei diritti e degli interessi delle persone, previene o ripara situazioni di squilibrio e di degrado su cui prolifera la criminalità, anche organizzata. Si tratta di conflitti diffusi, capillari, che minano la coesione sociale, dando vita a quella che il sociologo Aldo Bonomi ha definito una micro guerra civile.

La Giustizia civile si occupa anche delle situazioni di disagio sociale, della fragilità delle persone, di quelli che vengono chiamati i soggetti vulnerabili (per età, genere, disabilità, condizioni sociali e particolari di vita).

La Giustizia di cui ci occupiamo in questa sezione è sfaccettata: non ha il volto della dea bendata con la spada e la bilancia, ma ha gli occhi ben aperti sui fatti e le vicende umane. Non ha necessariamente la toga del magistrato o dell’avvocato, ma anche le abilità del mediatore. Non è fatta solo di regole, ma si occupa dei conflitti ed anzi parte proprio dal conflitto per immaginare i migliori metodi per gestirlo, dentro e fuori il processo e i tribunali.

Il simbolo della sezione è quello della quercia che indica saggezza: quella prudentia che non è cautela, anzi esige coraggio molte volte, ma indica il discernimento in una situazione complessa.

Allegoria del Buon Governo, Ambrogio Lorenzetti, 1338-1339. Particolare.

“Come la storia ci dice, i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte. Sono sempre insidiati, a rischio. La loro non è mai una vicenda pacificata. Il loro riconoscimento formale ci parla sempre di una battaglia vinta, ma immediatamente apre pure la questione del loro rispetto, della loro efficacia, del loro radicamento. I diritti diventano così, essi stessi, strumenti della lotta per i diritti.”
Stefano Rodotà – “Il diritto di avere diritti”

“Il principio femminile nel diritto dovrebbe avere questo compito categoriale di introdurre una ispirazione dal basso, un prevalere dell’attenzione all’equità e alla logica del corpo e della terra senza perfettismi astratti e blocchi normativi che scendono implacabili dall’alto.”
Italo Mancini – “Filosofia della prassi”

“Il principio femminile nel diritto dovrebbe avere questo compito categoriale di introdurre una ispirazione dal basso, un prevalere dell’attenzione all’equità e alla logica del corpo e della terra senza perfettismi astratti e blocchi normativi che scendono implacabili dall’alto.”
Italo Mancini – “Filosofia della prassi”

  • Come la storia ci dice, i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte. Sono sempre insidiati, a rischio. La loro non è mai una vicenda pacificata. Il loro riconoscimento formale ci parla sempre di una battaglia vinta, ma immediatamente apre pure la questione del loro rispetto, della loro efficacia, del loro radicamento. I diritti diventano così, essi stessi, strumenti della lotta per i diritti.

    Stefano Rodotà, “Il diritto di avere diritti”
  • ’Il principio femminile nel diritto dovrebbe avere questo compito categoriale di introdurre una ispirazione dal basso, un prevalere dell’attenzione all’equità e alla logica del corpo e della terra senza perfettismi astratti e blocchi normativi che scendono implacabili dall’alto’’

    Italo Mancini, ‘’Filosofia della prassi’’.

Diritto, cultura e società

Raccoglieremo in questa sezione alcune riflessioni sul Diritto nelle sue variegate sfaccettature: non solo e non più come comando formale, ma anche come esperienza che lo precede e permea la società ancor prima di emergere. La cultura modella le dinamiche sociale e a sua volta ne è modellata; condiziona i metodi di soluzione dei conflitti e a sua volta ne è condizionata.

Un diritto a volte muto (Renato Sacco) e un diritto che deve tornare a riflettere i bisogni della società e cercare costantemente un rapporto con la Giustizia, recuperando la funzione di ordinamento del sociale (Paolo Grossi)

“Occorrerebbero giuristi che siano persone di cultura esperte di vita, non solo di leggi”.
Gustavo Zagrebelsky

“Noi abbiamo un progetto più grande della coesistenza, che è la convivenza e la convivialità; … credo che non sia possibile alcuna comunità se c’è uno scarto troppo grande tra i privilegiati e i più svantaggiati. …. perciò l’idea di uguaglianza dev’essere altrettanto forte dell’idea di giustizia.”
Paul Ricoeur

“Noi abbiamo un progetto più grande della coesistenza, che è la convivenza e la convivialità; … credo che non sia possibile alcuna comunità se c’è uno scarto troppo grande tra i privilegiati e i più svantaggiati. …. perciò l’idea di uguaglianza dev’essere altrettanto forte dell’idea di giustizia.”
Paul Ricoeur

Giurisdizione e mediazione: le radici e l’equilibrio

Convegno organizzato dalla Fondazione per la formazione forense dell’Ordine degli avvocati di Firenze in collaborazione con l’Università di Firenze e la Scuola Superiore della Magistratura, struttura decentrata della Corte di appello di Firenze, 27 novembre 2020

La mediazione come strumento educativo e l’equilibrio con la giurisdizione.

Relazione di Luciana Breggia, Presidente della sezione specializzata sull’immigrazione e la protezione internazionale del Tribunale di Firenze.

La città e i conflitti. La qualità dei servizi e la cultura della conciliazione.

Relazione dell’Avvocato Paola Moreschini, Foro di Roma.
Vicepresidente dell’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione.

Una nuova 
civiltà dell’infanzia.
Gianni Rodari e il Giornale dei genitori: riflessioni per leggere il presente

Convegno organizzato per le celebrazioni del centenario della nascita di Gianni Rodari, svoltosi a Firenze il 19.11.2020 presso la Biblioteca delle Oblate, organizzato dal Centro regionale di servizi per le biblioteche toscane per ragazzi, Regione Toscana, LiBeR, Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Gianni Rodari.

Bill e Rodari: la creatività come strumento per avvicinare legalità e giustizia

Intervento di Luciana Breggia

Gli Osservatori sulla Giustizia civile

Questa sezione è dedicata a Carlo Mario Verardi, grande amico di molti, profondo e generoso animatore del movimento, presenza forte e perenne anche dopo la sua scomparsa.

Gli Osservatori sulla giustizia civile sono associazioni nate spontaneamente in molti distretti giudiziari d’Italia allo scopo di favorire il confronto e la collaborazione tra i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione del processo, magistrati, avvocati, personale dell’amministrazione giudiziaria, professori universitari, esperti, linguisti .

Lo scopo centrale è di elaborare e sostenere, nel quadro di un movimento di opinione creato e coltivato al di fuori di ogni logica di appartenenza, le scelte interpretative e le prassi organizzative ritenute idonee a migliorare la qualità e l’efficienza della giustizia civile già ‘a legislazione esistente’.

Si tratta di esplorare quanto possa migliorare la giustizia in base ad una diversa cultura dei professionisti e delle persone in genere, quale possa essere la migliore interpretazione delle norme esistenti e come ottimizzare le risorse presenti.

Questa attività costituisce quindi anche una seria e affidabile base per l’individuazione degli obiettivi che, invece, davvero non possono realizzarsi se non con modifiche normative o un aumento delle risorse.

Il movimento è partito dal processo che è strumentale all’attuazione concreta dei diritti, ma ha poi percorso molte altre vie, perché un processo efficiente e giusto non basta se è accompagnato da un quadro normativo lacunoso o inadeguato sul piano sostanziale; si è quindi soffermato sullo snodo tra processo e diritto che è centrale per la tutela dei diritti e dei diversi settori del diritto (famiglia, danno alla persona, locazioni, protezione internazionale e molte altre materie); si è occupato dei conflitti e dei metodi non giurisdizionali per una loro gestione non distruttiva; ha dedicato molta attenzione al problema del linguaggio del diritto, dentro e fuori i tribunali, affinché questo non costituisca un – ulteriore – muro, ma una finestra per la comprensione del pianeta giustizia da parte di tutti.

Per saperne di più:

Relazioni svolte alle Assemblee nazionali degli Osservatori

Gli Osservatori vanno in Francia!

Il 10 e l’11 gennaio 2014 la ministra della Giustizia pro tempore in Francia, Christiane Taubira (Garde des Sceaux et ministre de la Justice) ha organizzato a Parigi un Colloque sur la Justice du 21ème siècle: le citoyen au cœur du service public de la justice.

Gli Osservatori sulla giustizia civile sono stati invitati a partecipare per raccontare la loro esperienza di collaborazione tra diversi professionisti.

  • Pubblichiamo in francese l’intero resoconto del Gruppo di lavoro sul « Juge du XXI siècle » presieduto da Monsieur Pierre Delmas-Goyon, Conseiller à la Cour de cassation e in particolare dell’Atelier 2 dedicato al tema: « Comment mieux travailler ensemble pour plus de lisibilité et d’efficacité au service du citoyen ? »

L’intervento sugli Osservatori intitolato ‘’Les observatoires sur la justice civile en Italie, une expérience de collaboration entre les professionnels de justice’’ si trova alla pagina 9.

  • Pubblichiamo inoltre un breve resoconto in italiano della partecipazione al Colloque, dibattito corale e profondo che ha ancora spunti di grande attualità.
  • Pubblichiamo, infine, le slides preparate per l’occasione.

Scopri di più: